Carta dei Diritti in Internet: verso un Bill of Rights digitale

Abbiamo bisogno di una Carta dei Diritti in Internet, un Bill of Right che in un mondo sempre più digitalizzato aiuti a definire e tutelare i diritti fondamentali degli utenti del web. Lo scopo è poter garantire una cittadinanza digitale rispettosa e attiva, tenendo conto della libertà, della diversità e della dignità di ognuno.

L’approfondimento che vogliamo portare avanti serve allora per portare un po’ di luce su questo argomento spinoso tra digital divide, neutralità della rete e IoT.

Cosa prevede la Carta dei Diritti in Internet

La Carta dei Diritti In Internet si basa su 14 punti fondamentali ed è, ancora oggi dal 2015, un faro di luce al quale dovremmo aggrapparci per rendere la rete un luogo veramente abitabile. Questo documento su basa sui principi di libertà, dignità, uguaglianza e diversità di ogni cittadino del web.

Come core del testo troviamo il riconoscimento all’accesso a internet come un diritto fondamentale della persona. Una base indispensabile per il pieno sviluppo sociale e individuale.

Secondo la carta è importante fare in modo che tale diritto sia allora garantito in modo paritario, bisogna rimuovere ogni ostacolo sociale, economico o culturale. Può sembrare banale, ma questo tipo di riconoscimento impegna le istituzioni, almeno sul piano teorico, a eliminare i divari digitali, a portare la tecnologia adeguata in ogni punto di Italia e a eliminare i divari digitali dati da genere, disabilità, vulnerabilità personale ed economica.

Un fattore di impegno questo che permetterebbe a tutti i cittadini di avere accesso all’educazione e alla conoscenza della rete, in questo modo si viene a creare una cittadinanza capace di esercitare i propri diritti e le proprie libertà fondamentali anche in rete.

Accesso universale, neutralità e protezione dei dati

I diritti del web sono anche i diritti della protezione della privacy.

Su questo documento non vincolante si riconosce innanzitutto il diritto all’accesso universale a internet, come un diritto fondamentale della persona e come abbiamo visto il diritto deve essere garantito in condizioni di parità per tutti. Questo diritto non si limita all’accesso alla rete, ma anche a comprendere la propria libertà riguardo ai dispositivi, le applicazioni e i sistemi da utilizzare.

Parliamo quindi di una forma di tutela che dovrebbe rendere il web un posto, almeno sulla carta, accessibile a tutti, senza costrizioni e completamente libero. La neutralità della rete vuol dire avere una rete capace di garantire che tutti i dati trasmessi e ricevuti non subiscano, restrizioni, interferenze, censure o discriminazioni: una utopia bella da sognare, ma difficile da raggiungere.

In ultima istanza la carta dei diritti del web sancisce anche il diritto all’autodeterminazione informativa ovvero al controllo su come i propri dati vengono trattati, utilizzati e in prima istanza raccolti.

Questo documento prevede quindi:

I diritti digitali come estensione dei diritti civili

I diritti digitali si collegano fortemente ai diritti civili di stampo tradizionale, poiché non sono altro che una loro estensione e applicazione nel contesto di una società digitalizzata. Servono a permettere che ogni singolo cittadino digitale possa esercitare la propria personalità, informarsi, comunicare e interagire con le istituzioni e così garantire la piena realizzazione dei suoi diritti civili anche nel sistema informatico.

Lavorare ai diritti digitali vuole anche portare alla libertà di espressione, alla pluralità delle idee impedendo che gli interessi economici e/o politici limitino la possibilità di accesso e diffusione delle informazioni.

Anche l’idea stessa di poter preservare la propria dignità e identità con la protezione dei propri dati personali permette di preservare i diritti costituzionali anche nello spazio digitale evitando violazioni della riservatezza, abusi di potere e discriminazioni. In poche parole, in questo modo si garantisce che la rete permetta l’esercizio dei diritti civili di ognuno senza che vi siano compromissioni da parte di forma di sorveglianza o manipolazione da parte di aziende e/o istituzioni.

Non bisogna cadere nella trappola di gestire la rete come un non luogo, un qualcosa che non esiste. Dobbiamo avere la consapevolezza che il web è perfettamente integrato nella vita di tutti i giorni e solo collegando i diritti civili e digitali insieme sarà possibile portare vera partecipazione democratica.

Carta dei Diritti in Internet: qual è il suo valore politico e culturale

La carta dei diritti in Internet presentata in Italia ha un valore culturale di grande rilievo poiché rappresenta uno strumento per dare corpo costituzionale ai diritti nella dimensione digitale. Parliamo di una pietra miliare nel dibattito internazionale sul rapporto diritti umani-web e su come sia necessaria una riflessione profonda su quanto internet sia uno spazio pubblico e una risorsa condivisa.

A livello culturale riconoscere questi diritti vuol dire ridurre il divario culturale e cognitivo che ancora esiste nel mondo ed è un modo per sensibilizzare il mondo interno. Anche a livello politico poi si configura come uno strumento importante perché crea un primo atto che riconosce e tutela i diritti fondamentali delle persone sul web.

In questo caso allora, se ogni gesto e azione è politico, come affermava Toni Morrison è anche vero che la carta dei diritti diventa un motore di cambiamento, uno strumento democratico di alto valore che può aiutare a generare una discussione ampia e particolareggiata sul nostro modo di intendere la cittadinanza digitale.

L’Italia come esempio internazionale

L’Italia nel 2015 è diventata un esempio internazionale poiché è stata la prima a promuovere in ambito parlamentare un documento articolato e organico che garantisce e tutela i diritti di tutti gli utenti in rete e lo ha fatto con un approccio istituzionale unico.

Il testo è un modo in cui l’Italia come Paese democratico prende visione delle complessità della rete e lo fa con una consultazione strutturata da esperti di legislazione e tecnologia. A livello globale poi sono poche le nazioni che hanno adottato strumenti simili come il Brasile e le Filippine che insieme all’Italia si pongono all’avanguardia nella protezione del cyberspazio.

Interessante anche il concetto espresso dalla carta che prevede un diritto nazionale e un diritto internazionale dando corpo all’espansione della rete e alla possibilità di veder riconosciuti a tutti gli stessi diritti ovunque.

Il futuro della cittadinanza digitale in Europa

I diritti di una cittadinanza digitale, il punto al 2025.

La cittadinanza digitale in Europa è da inserirsi in un contesto di trasformazione senza precedenti, la digitalizzazione e la dimensione web stanno diventando sempre più centrali nella partecipazione alla vita politica, economica e sociale dei Paesi Membri.

Secondo diversi studi permangono però criticità come:

  • Il ritardo nell’espansione delle infrastrutture per una connettività avanzata;
  • Divario di genere e di età che limita l’accesso a fasce della popolazione;
  • Carenza di competenze digitali avanzate.

Il 2025 è stato dichiarato Anno Europeo dell’Educazione alla Cittadinanza Digitale e segna forse un momento cruciale per sperare che l’Europa crei un sistema sovranazionale di difesa dei diritti dei cittadini e che fornisca una istruzione capace di vedere oltre all’alfabetizzazione digitale di base.

Oltre a questo si sta cercando, progressivamente di introdurre una Identità Digitale Europea, una specie di passaporto o E-Wallet che rappresenti il cittadino in Europa, in ambito nazionale e sovranazionale. Una infrastruttura che potrebbe consolidare la cittadinanza digitale come esperienza quotidiana, concreta e aiutare a superare le barriere nazionali.

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