Cancellare notizie da internet: come fare?

Internet ha cambiato il nostro modo di vivere in ogni maniera possibile, anche per quanto riguarda la privacy e le notizie diffuse. Pubblichiamo stati su Facebook, storie su Instagram, obiettivi e cambiamenti di lavoro su LinkedIn, e ancora foto di noi o delle cose che vediamo, tutto fa notizia perché tutto diventa subito pubblico e a volte se non è pubblico è come se non esistesse.

A parte questi riferimenti etici, però, spesso la nostra presenza su internet è molto più pervasiva di quanto crediamo, le notizie sembrano ormai incise indissolubilmente in qualche server e impossibili da cancellare. E tutto questo si può ripercuotere sulla nostra vita al di fuori di internet, ad esempio quando cerchiamo di ottenere un determinato lavoro oppure desideriamo intraprendere la carriera politica o universitaria e alcune notizie potrebbero compromettere i risultati.

Alcune informazioni ci sfuggono di mano, vengono pubblicate senza il nostro consenso o sopravvivono sul web anche quando noi abbiamo cambiato vita. E così ci si ritrova a convivere con notizie vecchie, imprecise o addirittura dannose. Ma non tutto è perduto: ci sono strumenti concreti per riprendere in mano la propria reputazione digitale oppure per cancellare notizie da internet. Vediamo insieme come fare.

Il diritto all’oblio: una seconda possibilità digitale

Il nome è poetico, quasi romantico: diritto all’oblio. E in fondo lo è davvero. Si tratta della possibilità di essere dimenticati dal web o almeno dai motori di ricerca quando le informazioni e le notizie che ci riguardano non sono più rilevanti o utili all’interesse pubblico.

Questa tutela è sancita dal Regolamento Europeo per la Protezione dei Dati (GDPR) e viene applicata nei casi specifici in cui le informazioni e le notizie sono obsolete, i contenuti sono diffamatori o non veritieri, oppure sei stato assolto da accuse precedentemente pubblicate e i dati sono stati raccolti senza il tuo consenso. In poche parole: se una notizia su di te non è più attuale, non è di interesse pubblico oppure ti danneggia ingiustamente, puoi chiederne la rimozione.

Il diritto all’oblio però non fa sparire proprio tutto, ogni richiesta viene infatti valutata caso per caso, in un equilibrio perfetto tra libertà d’informazione e diritto alla privacy. La richiesta per la rimozione della propria notizia da internet deve essere inoltrata direttamente ai rappresentanti della piattaforma sulla quale questa è stata pubblicata e la procedura cambia a seconda dell’organizzazione o del paese in cui risiede la piattaforma.

Per esempio se si vuole rimuovere una notizia da social come Facebook o Instagram basta seguire le indicazioni riportate nella guida a questo tipo di richiesta sempre appellandosi al diritto all’oblio. Se la notizia in questione contiene una violazione ai termini della piattaforma, ad esempio, oppure le leggi sul copyright o sulla privacy, la rimozione sarà sicuramente più facile e veloce.

Il diritto all’oblio resta particolarmente importante e applicabile in caso di:

  • contenuti diffamatori o lesivi della reputazione,
  • Notizie datate e non più rilevanti,
  • Errori fatti da media o blog
  • Casi di assoluzione o archiviazione giudiziaria dopo una precedente esposizione mediatica negativa

Come rimuovere una notizia su internet: tutte le possibilità

rimozione notizie da internet, come fare?

Per effettuare una rimozione delle notizie da internet ci sono vari percorsi che si possono seguire a seconda a seconda di dove si trovi il contenuto da rimuovere. Le alternative infatti sono tante e dipendono fortemente dal tipo di sito e da quali sono le regole specifiche per richiedere la rimozione, ma in ogni caso questa possibilità esiste, vediamo quindi come procedere.

Contattare il sito web o la testata giornalistica

Il primo passo è sicuramente il più diretto e consiste nel contattare il responsabile del sito web che ospita la notizia. Ogni testata, blog o portale online ha l’obbligo di indicare un contatto, che sia un indirizzo mail, un indirizzo della sede oppure un modulo per comunicazioni legali o richieste relative alla privacy.

Quindi quello che puoi fare è inviare un messaggio e indicare il link esatto alla pagina da rimuovere spiegando il perché è richiesta la rimozione, ad esempio se il contenuto è lesivo, non aggiornato, non più pertinente etc., e infine specificare che nel richiedere la rimozione ti stai avvalendo del diritto all’oblio secondo il GDPR.

Spesso, nel caso di testate giornalistiche, la rimozione integrale può non essere concessa ma può essere concordata una de-indicizzazione del contenuto, ovvero una rimozione dai motori di ricerca, pur restando online.

Richiedere la rimozione a Google

Se il sito al quale ci si rivolge non collabora e non desidera cancellare la notizia o le notizie, puoi optare per un’altra via, ovvero puoi richiedere la rimozione dai risultati di ricerca. Google infatti offre un modulo specifico per l’esercizio lecito del diritto all’oblio che permette di segnalare contenuti inappropriati o dannosi legati al tuo nome.

Da questa pagina puoi seguire le indicazioni che Google fornisce per rimuovere contenuti che ti riguardano e che sono presenti su siti con pratiche abusive per la rimozioni di contenuti. Nel modulo sarà necessario inserire i dati personali nonché i relativi link ai contenuti da rimuovere insieme a una spiegazione sul motivo della richiesta con eventuale documentazione a supporto, ad esempio la sentenza o una certificazione.

Una volta ricevuta, Google valuterà la tua richiesta e risponderà entro qualche settimana.

Rivolgersi al garante per la protezione dei dati personali

Questa opzione è l’ideale se Google o il sito web non rispondono alla tua richiesta ed è il caso di fare un ricorso formale al garante della privacy. Si tratta di un’azione più strutturata e che può richiedere assistenza legale, ma è uno strumento potente per difendere i diritti dei cittadini.

Il Garante analizzerà la tua situazione e, se lo riterrà opportuno, potrà ordinare la rimozione o la de-indicizzazione dei contenuti lesivi. E se la notizia è diffamatoria?

In questo caso si entra nel campo del reato penale: una notizia diffamatoria, falsa o costruita con l’intento di danneggiare, può essere perseguita legalmente. In questi casi è bene procedere documentando il tutto in tutti i modi possibili per fornire un supporto valido, come link, date o screenshot.

Sarà quindi necessario rivolgersi a un avvocato esperto in diritto dell’informazione o diritto digitale ed eventualmente sporgere denuncia per diffamazione a mezzo stampa o online. Nel frattempo, è comunque possibile inviare richieste di rimozione sia al sito ospitante sia ai motori di ricerca, come spiegato sopra.

La differenza tra rimozione e de-indicizzazione

Il termine de-indicizzazione, a cui abbiamo accennato in precedenza, si riferisce al processo attraverso cui un contenuto, come ad esempio un articolo di giornale, viene rimosso dai risultati dei motori di ricerca pur mantenendo comunque accessibile a chi conosce l’url diretto l’accesso alla pagina.

Dal punto di vista tecnico, i motori di ricerca come Google funzionano tramite crawler (detti anche “bo” o “spider”) che esplorano continuamente i contenuti pubblici del web. Ogni volta che trovano una pagina la analizzano e la indicizzano, assegnandole parole chiave in base al contenuto e al titolo. Queste parole chiave diventano poi le basi su cui si costruiscono i risultati delle ricerche che facciamo ogni giorno.

La de-indicizzazione è quindi un’operazione che agisce sulla visibilità: non elimina il contenuto alla fonte, ma impedisce che venga mostrato nei risultati associati al tuo nome o ad altre keyword personali. Per richiederla, puoi utilizzare il modulo di Google dedicato alla privacy: Rimozione di contenuti per motivi legali.

Strumenti utili per il monitoraggio della reputazione online

rimozione notizie false per monitorare la propria reputazione online.

Se cancellare una notizia è un passo importante, imparare a monitorare costantemente la propria reputazione online è un’azione ancora più strategica. In un mondo in cui ogni contenuto lascia una traccia, non basta agire solo quando il danno è fatto: è molto più efficace prevenire, osservare, agire per tempo.

Per fortuna, oggi ci sono strumenti sia gratuiti che a pagamento che ti permettono di tenere sotto controllo ciò che viene pubblicato su di te.

Una delle soluzioni principali, utilizzata anche dalle aziende per mantenere il controllo sulla propria reputazione, consiste appunto nel servizio di Google Alert, uno strumento gratuito e semplice da usare che ti permette di ricevere una notifica via mail ogni volta che il tuo nome compara in una nuova pagina web. Puoi anche farlo con qualsiasi altro nome o più di una parola chiave: ti basta inserire il nome e cognome tra virgolette nella barra di ricerca e impostare la frequenza degli avvisi.

Ecco alcune soluzioni utili:

È uno strumento di Google che ti consente di ricevere una notifica ogni volta che il tuo nome compare in una nuova pagina web. Ti basta inserire il tuo nome e cognome (tra virgolette) nella barra di ricerca e impostare la frequenza degli avvisi.Questo è il primo passo per costruire una sorta di “radar personale” sul web.

  • Servizi professionali per la gestione della reputazione online

Esistono poi aziende specializzate nella pulizia digitale e nella gestione della reputazione personale e aziendale, che offrono soluzioni su misura, anche nei casi più complessi.

Questi servizi, generalmente a pagamento, includono la rimozione o de-indicizzazione di notizie compromettenti, la segnalazione di contenuti lesivi a Google e ad altri motori, la costruzione di una reputazione positiva con contenuti nuovi e ottimizzati SEO (brand reputation building), l’assistenza legale, se necessaria.

Questo tipo di realtà operano con strumenti avanzati e conoscenze specifiche del funzionamento degli algoritmi, e possono davvero fare la differenza quando la situazione è complessa o urgente.

La reputazione online non è qualcosa di fisso, ma un flusso continuo di notizie che va controllato, aggiornato, protetto. Oggi siamo tutti personaggi pubblici digitali, e questo ci impone una nuova consapevolezza. Imparare a leggere i segnali del web, capire come funziona l’indicizzazione, usare strumenti di alert e, se necessario, affidarsi a esperti, è il miglior modo per prendere in mano la nostra immagine e difenderla.