Con stage e studi all’estero il lavoro si trova

Con stage e studi all'estero è possibile valorizzare il proprio profilo e trovare lavoro prima.
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Il mercato del lavoro è un mercato davvero competitivo e particolare, spesso non meritocratico. Le aziende cercano professionisti iper-preparati, giovani e che abbiano competenze pratiche, sembra quasi un’utopia ma è possibile, grazie a stage e studi all’estero ovviare (almeno in parte) al problema e trovare lavoro.

Scopriamo adesso allora come fare e come muoversi in questo marasma spesso caotico che viene definito “il mondo del lavoro”, un mondo con il quale tutti bene o male dobbiamo avere un contatto. La nostra intenzione è bypassare il problema, creare opportunità e aprire a tutti una nuova visione su come si creano e valorizzano le competenze.

Perché le esperienze internazionali aiutano davvero a trovare lavoro

esperienze all'estero, stage e studi aiutano a trovare lavoro.

Chi ha studiato o fatto tirocinio all’estero può trovare più facilmente lavoro già entro il primo anno dal conseguimento del titolo (+8%). 

Sono tantissime le evidenze che dimostrano come studiare o fare uno stage all’estero sia una porta fantastica per il lavoro, arricchisce il profilo di un giovane e ne facilita quindi l’inserimento nel mondo del lavoro.

Diversi studi evidenziano come i programmi internazionali potenzino delle competenze molto richieste dai recruiter e dalle aziende come:

  • Le competenze linguistiche;
  • Le competenze relazionali;
  • Le competenze interculturali.

Tutte soft skill indispensabili nel mondo del lavoro.

Competenze trasversali e soft skill acquisite all’estero

Sono diverse le soft skill e le competenze trasversali che possono essere acquisite durante uno stage o un soggiorno all’estero, parliamo però di quelle meno ovvie. Un’esperienza in contesti “fuori dalla comfort zone”, permette di crescere e di migliorare tratti come l’autoefficacia (fiducia e sicurezza nei propri mezzi), la curiosità e l’attitudine a risolvere i problemi di tutti i giorni e della vita con agilità e con pensiero laterale.

Queste competenze che alzano il livello di tolleranza al lavoro e aiutano i candidati a integrarsi in contesti diversi e multiculturali sono prese in grande considerazione sia dai datori di lavoro che da chi fa gli screening (AI o personale HR).

In poche parole, vivere un’esperienza di lavoro o di stage all’estero e acquisire la padronanza di una nuova lingua insegna a gestire ambienti diversi e ciò aiuta i candidati a gestire non solo lo stress, ma anche i problemi e i conflitti e fornisce loro un grado di adattabilità davvero interessante.

In un mondo del lavoro sempre più specifico e professionalizzante, queste caratteristiche faranno la differenza: ci si aspetta infatti che tutti i candidati siano preparati, eppure pochi potranno già contare su queste competenze strategiche.

I professionisti, o futuri tali, che segnalano di sapersi relazionare con colleghi internazionali, contesti multiculturali e hanno competenze linguistiche avanzate avranno quindi un pass privilegiato per il mondo del lavoro.

Rete di contatti, autonomia, spirito di iniziativa

Uno stage all’estero o un’esperienza per acquisire una lingua estera, ovviamente oltre alle abilità personali permette anche di allargare la propria rete di contatti. Il network professionale non è da sottovalutare, avere nel proprio arco conoscenze come:

  • Docenti esperti;
  • Tutor;
  • Compagni di studio e/o lavoro.

Permette di costruire un capitale di contatti che potrà davvero essere utile nel medio-lungo termine.

Un dato poi da mettere in risalto: quando vi è spirito di iniziativa i rapporti creati creano frutti concreti, infatti, circa un terzo dei tirocinanti internazionali riceve un’offerta di lavoro dalla stessa azienda ospitante.

Ovviamente, anche l’intraprendenza appresa uscendo fuori dal proprio guscio aiuta chi cerca lavoro, permette di avere un senso maggiore di responsabilità, di avviare una propria impresa oppure di dimostrare le capacità di una potenziale leadership e voglia di mettersi in gioco.  

Tutte doti che ben segnalate fanno emergere il cv di un candidato in modo netto.

Come valorizzare nel CV stage e studi fuori dall’Italia

Abbiamo visto come uno stage o un periodo di studio all’estero sia un plus da mettere bene in evidenza, quali sono le caratteristiche che piacciono ai recruiter e su quali soft skill puntare.

Tuttavia, in un mercato così competitivo non basta menzionare uno stage o un periodo all’estero, bisogna farlo in modo efficace. Vediamo allora qualche consiglio pratico per mettersi in luce e farsi notare già dal CV.

In primo luogo, è sempre bene indicare chiaramente il tipo di mobilità internazionale della quale si è stati protagonisti, ad esempio master estero, tirocinio internazionale, programma Erasmus e ill nome dell’istituzione ospitante insieme al periodo di permanenza.

Inoltre, seppur banale, anche scegliere la giusta sezione dove inserire il dato può fare la differenza:

  • Gli studi vanno, ovviamente nella formazione: va indicato l’università e l’ente straniero, il periodo di permanenza e l’attività svolta (tesi, progetto, corso) e le competenze trasversali e linguistiche apprese;
  • Gli stage vanno nelle esperienze professionali: qui va indicato il job title di acquisizione, la durata e l’azienda. Vanno poi indicate le mansioni e i risultati concreti raggiunti.

In ogni caso è sempre bene dettagliare in modo sintetico le competenze acquisite, gli strumenti specifici appresi, i successi raggiunti. Cosa emerge da questa visione? Stage e studi all’estero sono un vero patrimonio per chi cerca lavoro, ma per convalidare quelli che sono i risultati raggiunti è importante saperli raccontare, saperli valorizzare e inserire nel giusto contesto.

Esempi pratici di inserimento nel curriculum

come inserire stage e studi all'estero in modo efficace nel cv.

Per segnalare in modo attento e specifico periodi di stage o di studi all’estero è importante seguire quelle che sono le linee guida che ti abbiamo indicato, ma andiamo ancora più nel profondo di questi esempi.

Nel titolo del curriculum vitae o del sommario generale, menziona in modo esplicito e subito l’esperienza più significativa, questo serve a catturare l’attenzione.

Se il tuo percorso è da inserire nella formazione fai in modo di inserire dettagliatamente:

  • L’università (o istituzione) frequentata;
  • Il progetto (Erasmus, master, studi volontari, borsa di studio);
  • Il livello di lingua raggiunto (mettere in luce come sia stato raggiunto durante il periodo estero, mette a frutto la capacità di imparare e di problem solving).

Se il percorso è da inserire tra i periodi lavorativi inserisci questi percorsi seguendo un fil rouge:

  • Ruolo ricoperto;
  • Azienda;
  • Periodo lavorativo;
  • Attività svolte (anche generiche se non era una mansione di alto profilo);
  • Competenze specifiche acquisite (uso di un programma, assistenza operativa etc.).

Anche parlare di progetti di ricerca e/o colloqui sostenuti in altra lingua è importante per mettere in risalto il valore del profilo proposto e la sua apertura internzaionale.

La linea guida in ogni caso è la chiarezza e la specificità, le impostazioni vaghe e le descrizioni generiche sono da bandire. Queste indicazioni e una buona lettera di presentazione, efficace e breve saranno le chiavi di accesso al mondo del lavoro.

Lettera di presentazione, consigli per valorizzare questo strumento indispensabile

Una lettera di presentazione che metta in risalto la capacità di adattarsi a quella specifica azienda è un fattore decisivo per molte candidature di successo.

In questo caso quello che va fatto è mettere subito in risalto le proprie competenze internazionali stabilendo una scaletta che risponda a tre domande specifiche:

  1. Perché il profilo è indicato per quella mansione (quali competenze porta con sè)?
  2. Perché quella principale istituzione lavorativa (e proprio quella) dovrebbe scegliere te?
  3. Perché hai scelto quella specifica mansione e ruolo e perché in quell’azienda.

Mixando in modo sapiente queste domande che determiano anche che il candidato si sia informato bene, con le proprie competenze e soft skill è possibile scrivere di volta in volta una lettera di presentazione molto efficace.

Un errore da non fare è, infatti, proprio quello di scrivere una lettera di presentazione che sia genericamente valida per tutti. Questo non dimostra proattività e capacità di ricerca, spendere qualche ora o qualche giorno per scoprire insight specifici sull’azienda e sul ruolo che si intende ricoprire è ciò che fa la differenza e aiuta a circostanziare meglio come le attitudini e competenze apprese all’estero siano un valore aggiunto.

Come parlarne efficacemente in un colloquio

Il colloquio finale è un momento molto importante all’interno della selezione, qui bisogna saper illustrare i risultati raggiunti con lo stage e con gli studi all’esterno, in modo concreto. In sede di colloquio non serve l’astrazione ma aneddoti precisi.


Bisogna mettere in atto lo storytelling personale, parlare della propria flessibilità e proattività in modo concreto, mettere in risalto la capacità di adattarsi a un ambiente multiculturale. In particolare, si consiglia di enfatizzare proprio la capacità di adattarsi a contesti: questo dimostra flessibilità e capacità di imparare sul campo.

Per rendere il tutto più semplice ecco alcuni esempi basati sulle soft skill che bisogna valorizzare:

  • Flessibilità: spiegare come ci si è adattati a un contesto straniero, mettendo in risalto se si è vissuto con una famiglia ospitante, in un campus o da soli. Come ci si è integrati in un contesto madrelingua.
  • Lingua: per mettere in risalto le competenze linguistiche è possibile parlare di come si è lavorato/studiato in un ambiente diverso. Parlare di progetti, focus group, vita privata e colloqui mette in risalto in modo pratico la padronanza della lingua in ambienti specifici.
  • Networking: per far luce sulle relazioni costruite è possibile parlare dei propri contatti e di piccoli risultati raggiunti come corrispondenze, feedback positivi, lettere di accompagnamento.
  • Problem solving: raccontare piccole sfide superate, legate all’esperienza internazionale e mostrare come ci sia integrati in un contesto diverso, imparando dagli errori in modo rapido.

È importante poi riuscire a collegare queste esperienze a ciò che richiede l’azienda e la mansione che si intende ricoprire.