Storyteller: la professione del futuro

Il potere delle storie è immenso, soprattutto quando si parla di comunicazione. Basti pensare alle storie che ci raccontavano da bambini e alla loro capacità di insegnarci a stare al mondo, a interagire con gli altri, a superare gli ostacoli. Una buona storia può fare la differenza in molti campi della vita, e questo chi lavora come storyteller lo sa piuttosto bene.

Lo storyteller è colui o colei che è in grado di raccontare una storia intorno a qualsiasi cosa, che sia esso un oggetto da mettere in vendita, un’azienda appena nata o che vuole fare rebranding, oppure semplicemente un evento da sponsorizzare.

Ad esempio, uno storyteller che vuole vendere una certa merce non si limita a comunicare le sue caratteristiche ma ne amplia il concetto e ne racconta un modo d’uso, entrando direttamente nel nostro quotidiano e ispirandoci. E come riesce a farlo? Semplicemente emozionandoci.

Uno storyteller punta tutta la sua strategia comunicativa sul trasmettere un sentimento, un’emozione che sia in grado di condizionare le nostre scelte, anche inconsciamente. Stiamo parlando di una delle figure più richieste nel mondo del lavoro in ambito marketing.

Uno storyteller è una figura indispensabile all’interno delle agenzie di marketing ma spesso lavorano anche come interni nelle grandi e medie aziende, oppure come freelance e consulenti. Possiedono competenze trasversali e sono adattabili a qualsiasi tipo di impresa. Vediamo più nello specifico chi è lo storyteller, cosa fa e come diventarlo.

Chi è lo storyteller e cosa fa davvero

Al giorno d’oggi la presenza online è indispensabile per ogni tipo di azienda, di imprenditore, di attività. Gli utenti entrano a contatto quotidianamente con numerosi testi scritti, post social, articoli, pubblicità, video, contenuti di ogni genere, e dietro questi contenuti c’è un lavoro non indifferente per riuscire a catturare l’attenzione e raggiungere un obiettivo specifico. Una delle figure che muove i fili di queste strategie è senza dubbio il digital storyteller.

Il digital storyteller è una figura cardine nel mondo della comunicazione digitale. Si tratta di una figura esperta in marketing e specializzata nel creare storie da comunicare attraverso vari tipi di canali digitali. Lo scopo delle sue storie è parlare al cuore del pubblico, trasmettere messaggi di valore, catturare l’attenzione e rafforzare così l’identità di un’azienda.

Riesce a far questo tramite la combinazione di elementi narrativi con i formati di comunicazione multimediale come testo, foto e video. In questo modo ogni contenuto diventa impattante nella mente degli utenti.

Lo storyteller digitale conosce a fondo le dinamiche insite nelle interazioni online e ha una buona intuizione per ciò che muove i comportamenti delle persone sul web, per questo è una figura difficilmente inquadrabile nell’ambito marketing.

Raccontare una storia per uno storyteller è molto più che un esercizio creativo, piuttosto è un modo per entrare in sintonia con il pubblico, suscitare emozioni autentiche e costruire un legame duraturo tra il brand e chi lo segue. Il suo approccio rende la comunicazione più coinvolgente e favorisce la creazione di una community affezionata e partecipe.

Creare contenuti narrativi per il digitale richiede inoltre una stretta collaborazione con figure chiave del mondo della comunicazione: dai professionisti del marketing ai designer, passando per sviluppatori web e social media manager. Ogni dettaglio deve essere calibrato per adattarsi alle specificità dei diversi canali, che si tratti di piattaforme dinamiche come TikTok o Instagram, oppure di spazi più istituzionali come siti web e blog aziendali.

L’obiettivo è uno solo: dare vita a una narrazione coerente, riconoscibile e perfettamente integrata con la visione strategica del brand.

Dalla narrazione al branding: un ponte tra emozioni e strategia

Cosa vuol dire raccontare un’identità? Come avviene l’incontro tra emozioni e strategia? Lo storytelling è definibile come l’arte di raccontare storie utilizzata all’interno della comunicazione persuasiva, un’arte che non si limita all’ambito commerciale ma che si utilizza da sempre in campo politico ed economico.

Raccontare storie non vuol dire mentire e, al di là di ogni discorso etico, saper parlare al cuore delle persone è un’abilità millenaria e che permette di raggiungere qualunque tipo di traguardo.

Raccontare una storia significa costruire un immaginario intorno a un brand: fare branding infatti non vuol dire solo scegliere un logo e uno slogan, ma dare vita a una narrazione che attraversa ogni punto di contatto con il pubblico.

Una storia coerente e ben costruita rende il marchio riconoscibile, autentico e soprattutto umano. Un brand che riesce a raccontare se stesso con originalità e coerenza narrativa diventa molto più di un semplice brand, ma un universo narrativo in cui il pubblico finirà per identificarsi.

Ad esempio basti pensare alla narrazione costruita da un marchio come Coca-Cola attorno al concetto di felicità e condivisione, oppure a LEGO che ha creato una storia legata a immaginazione e creatività. Il prodotto, in questi casi, passa in secondo piano: lo storuytelling è quello che ha trasmesso i valori.

Tutto questo è possibile perché le persone non dimenticano le emozioni che le fanno stare bene e per questo lo storytelling è una della armi più potenti a disposizione del marlketing. Le emozioni bypassano il filtro razionale del cervello e si imprimono nella memoria in modo duraturo. Una storia che emoziona viene ricordata, quindi un messaggio promozionale che si trasforma in un’esperienza emotiva attraverso le storie non si dimentica, lascia il segno.

Lo storyteller si concentra su momenti di vita reale, difficoltà da superare, sogni che si realizzano, tutti elementi che servono a suscitare empatia e a entrare in connessione diretta con chi ascolta, guarda o legge.

Storytelling e comunicazione digitale: dove lavora uno storyteller

Lo storyteller racconta la tua storia di marketing

Non si tratta solo di colpire il cuore una volta, la vera forza dello storytelling sta nel creare quella coerenza emotiva nel tempo. Il suo lavoro è far sì che il brand continui a parlare una lingua emotiva nel tempo e in ogni canale, senza danneggiare quel senso di familiarità che si è costruito. Così nasce la fidelizzazione.

Per avere un impatto reale, la narrazione non viene quindi improvvisata ma deve essere pensata come parte integrante della strategia aziendale. È necessario partire da obiettivi chiari: vogliamo aumentare la notorietà? Differenziarci dalla concorrenza? Rafforzare il legame con la community? Ogni storia dovrebbe rispondere a queste domande.

A seguire deve avvenire un’analisi attenta del target di riferimento: non tutte le storie funzionano per tutti, è quindi necessario adottare un tono, un linguaggio e persino una struttura narrativa che si adatti al pubblico. Un’azienda che si rivolge ai giovani può utilizzare un tono più dinamico, smart e informale, quasi ironico, ad esempio con meme etc, mentre un brand che si rivolge a professionisti deve inserirsi all’interno della loro vita quotidiana con un tono più autorevole.

Che sia un consulente esterno oppure un interno dell’azienda, lo storyteller non è un creativo isolato ma una figura strategica che accompagna il team della comunicazione con un compito specifico: dare voce all’identità del brand raccontando i suoi valori, la missione e la visione con coerenza e originalità.

Richiesto in particolar modo in settori come la moda, la tecnologia, il food, il turismo oppure la sostenibilità: Il lavoro dello storytelling è dinamico, creativo e mai monotono: serve che sia una figura capace di adattarsi e che sia versatile. Spesso il digital storyteller freelance modella il suo lavoro sulle proprie passioni o competenze specializzandosi ad esempio nel travel o nella sostenibilità a seconda del mercato anche.

Perché lo storytelling è sempre più richiesto nel mondo del lavoro

Uno storyteller professionale

La nostra è, come dicevamo, un’epoca iperconnessa dove ogni giorno siamo esposti a una quantità smisurata di contenuti. Post, banner pubblicitari, email marketing, spot, etc, catturare l’attenzione è sempre più difficile.

Ed è qui che entra in gioco lo storytelling. Per le aziende è diventato indispensabile coinvolgere, umanizzare e rendere memorabile il messaggio: lo storytelling è la chiave per rendere più efficace la comunicazione e differenziarsi dalla concorrenza nonché costruire una relazione autentica con il pubblico.

Non è un caso che sempre più annunci di lavoro in ambito marketing e comunicazione richiedano competenze narrative, anche per ruoli che un tempo ne facevano a meno.

Ma lo storytelling non è richiesto solo nel settore privato: anche enti culturali, ONG, pubbliche amministrazioni e progetti educativi cercano professionisti in grado di raccontare valori e obiettivi in modo coinvolgente. In un mondo dove i contenuti sono ovunque, chi sa narrare bene è una risorsa preziosa.

Le aziende cercano storie, non solo prodotti

Il prodotto è una parte del tutto: le persone vogliono sapere chi c’è dietro, quali valori porta con sé, che impatto ha sul mondo e soprattutto le persone vogliono sentire di far parte di qualcosa. La narrazione del prodotto in questo senso diventa centrale.

Non si compra più solo l’oggetto ma si acquista uno stile di vita, si aderisce a un immaginario, si entra a far parte di una visione. Basta pensare a brand come Patagonia e al suo modo di raccontare la montagna, a Apple e a come i suoi prodotti negli spot sono quasi in secondo piano rispetto alla storia, oppure a Netflix che ha costruito attorno al suo nome una realtà alternativa nella quale chiunque vorrebbe vivere.

Questi brand hanno delle vere e proprie mitologie moderne intorno al nome, capaci di generare community, appartenenza e fedeltà al marchio.

Si tratta di un approccio che si adatta a tutti, grandi aziende e realtà più piccole, come ad esempio le startup, le aziende locali, gli artigiani: tutti possono raccontare la propria unicità e conquistare un pubblico affezionato. Le aziende che vogliono resistere al passare del tempo non si devono limitare a vendere, ma devono raccontare e raccontarsi. Questo è il vero valore aggiunto di oggi.

Come diventare storyteller: competenze e percorsi utili

Lo storyteller bravo nasce già predisposto a una carta capacità di raccontare storie e di interessarsi al mondo e alle persone. Ma un vero storyteller lo diventa unendo la sua naturale creatività, curiosità ed empatia con la strategia.

Il percorso può iniziare in modi diversi ma spesso parta da studi in comunicazione, marketing, giornalismo, ma anche design, teatro, lettere, psicologia etc. Un percorso che si deve arricchire di capacità di leggere il mondo e la curiosità innata di scoprire sempre nuove storie.

Una delle competenze fondamentali dello storyteller è senza dubbio la padronanza della scrittura e dei diversi registri linguistici, capacità non solo scolastica ma anche libera, imparata da letture disparate e altri comunicatori.

Per diventare bravi digital storyteller è necessario conoscere le tecniche di sintesi e di costruzione narrativa, ovvero come si struttura un racconto e come si crea un arco emozionale. Si aggiungono le indispensabili conoscenze dei diversi media e dei loro linguaggi, nonché la sensibilità visiva per collaborare al meglio con grafici e videomaker.

Spesso lo storyteller digitale lavora attraverso intuizioni che provengono dalla sua capacità di ascoltare e di accogliere le necessità delle aziende e delle persone, ma anche dalla sua abilità tecnica e analitica indispensabile se si lavora nel mondo del marketing.

Esistono corsi e master dedicati al digital storytelling e tanti corsi pratici collaterali, come webinair sul branding, corsi di scrittura creativa, laboratori di content marketing, ma anche libri che trattano dell’argomento e sui quali studiare. Il segreto è mettersi in gioco, sperimentare, scrivere tanto e raccontare anche se stessi attraverso blog, social e portfolio

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