Lavorare da freelance: consigli pratici per iniziare

Indice

Il lavoro da freelance alle volte è una scelta di stile, alle volte obbligata dal mercato. Quali che siano le ragioni, questo tipo di lavoro permette grande duttilità, una migliore gestione del tempo tra lavoro e vita privata, ma mette in luce diverse criticità tra riferimenti normativi, gestione contrattuale e delle fatture, ricerca di nuovi clienti e sponsorizzazione del personal branding.

Cosa serve per iniziare a lavorare da freelance

freelance e lavoro digital.

Per iniziare a lavorare da freelance esistono alcuni passaggi che sono fondamentali e il primo è quello che riguarda le competenze: bisogna acquisire competenze tecniche in un settore e poi lavorare su quelle di gestione del tempo, di organizzazione e negoziazione.

Se si hanno queste caratteristiche e si ha già in mente un settore nel quale è possibile spendere le proprie competenze di base, la parte primaria del lavoro è fatta. Dopo aver fatto questo e aver scelto un macrosettore è possibile optare per due diverse strade:

  • Specializzarsi in una nicchia di mercato;
  • Offrire competenze e/o servizi trasversali.

Subito dopo è necessario cominciare a costruirsi un portfolio: una parte importante del personal branding che si deve, per forza di cose, andare a creare un professionista freelance.

All’inizio è possibile iscriversi a piattaforme come Upwork, Fiverr e altre per cominciare a costruirsi un solido bagaglio di competenze e progetti. Infine è importante specificare che se l’attività è saltuaria e il reddito annuo non supera una certa soglia è possibile lavorare con prestazione occasionale e non occorre ancora aprire una P.Iva.

Scelta della specializzazione e posizionamento sul mercato

Un freelance deve scegliere la propria specializzazione, solo così può seguire un posizionamento come freelance. In questo caso è indispensabile seguire un percorso strutturato capace di unire:

  • Analisi delle hard e soft skill personali;
  • Analisi del mercato;
  • Messa a punto di azioni concrete per validare il proprio profilo professionale.

In primo luogo, quindi bisogna valutare abilità individuali, sia tecniche che di trasversali, in questo modo è possibile creare un profilo valido e accattivante.

Bisogna quindi fare una sorta di inventario di esperienze pregresse, feedback ricevuti e certificazioni. Per analizzare il mercato, sembra pleonastico dirlo ma bisogna studiare la concorrenza e la domanda, in questo modo è possibile anche individuare (e certe volte prevedere) i trend del lavoro.

Dopo aver fatto tutti questi passaggi è allora importante distinguersi dalla massa, riferirsi al proprio target con un messaggio chiaro e coinciso.

Per fare tutto questo è doveroso:

Ecco pochi, semplici passaggi da mettere in atto per cominciare a lavorare come freelance.

Aspetti burocratici: partita IVA, contratti, fatturazione

Un freelance ha l’onere di controllare da solo tutti gli aspetti burocratici che riguardano la sua professione e questo vuol dire: aprire una partita IVA con un codice Ateco ben delineato, versare alle casse previdenziali i contribuiti e pagare le canoniche tasse.

Diventa importante così capire quale tipo di regime applicare alla propria partita IVA se forfettario od ordinario e se si hanno i requisiti di rientro nel mondo delle startup. Si consiglia, in questi casi di farsi seguire da un professionista dedicato sia online che in presenza.

Questo vuole anche dire stabilire in modo univoco la trasmissione delle proprie fatture, ben scritte, regolarmente inviate e con un sistema che permetta di gestire il tutto autonomamente, questo è un dato che spesso può spaventare, ma che non è così insormontabile come si pensa.

Di solito un modo preciso per stabilire il proprio compenso è quello di pensare al costo per ora oppure valutare, di volta in volta un costo in linea per il mercato delle proprie competenze e aggiungervi gli oneri di spesa quali contributi ed IVA. Infine, sebbene non sia espressamente necessario stipulare contratti di collaborazione che regolino:

  • Onorario;
  • Modalità e tempistiche di pagamento;
  • Modalità e tempistiche dell’erogazione del servizio;
  • Risoluzione delle controversie;
  • Tempo di durata della collaborazione.

È importante al fine di tutelare sé stessi e i possibili clienti. Un contratto poi permette di scremare i clienti irresponsabili da quelli responsabili: un cliente disposto a pagare il giusto, nei giusti tempi e con regolarità non avrà nessuna difficoltà a firmare un contratto che tutela anche sé stesso.

Come trovare clienti e gestire il lavoro da soli

Uno degli scogli maggiori per chi ha competenze, ma non sa valorizzarle oppure ha una timidezza insita e caratteriale è quello di trovare clienti.

Spesso chi ha competenze non è in grado di comunicarle in modo abbastanza netto oppure ha paura di “fare il passo più lungo della gamba”, ma diciamoci una verità: senza clienti il freelance non esiste. Cerchiamo allora di capire come si può agire in questo senso.

Piattaforme, networking e personal branding

consigli pratici per lavorare come freelance.

Esistono delle strategie che possono essere usate però per avere risultati, in primo luogo è possibile iscriversi a piattaforme della Gig Economy come freelanceboard o AddLance avendo cura di creare un profilo professionale completo.

È anche importante creare un proprio personal branding, come?

  • Per mezzo di un sito, un portfolio online e/o una landing page;
  • Attraverso la presenza sui social professionali;
  • Facendo comunicazione attiva del proprio brand, anche tramite e-mail marketing e newsletter.

Arriva poi il momento di agire offline ed è possibile farlo partecipando a gruppi di settore, presenziando i co-working, partecipando a community. Per i clienti, la gestione non è mai facile ed è per questo che bisogna stabilire fin dalle prime battute le aspettative, le KPI, le modalità di comunicazione e i tempi e le modalità del lavoro (in questo un contratto può essere molto utile).

Per mantenere a mente tutte le scadenze esistono strumenti digitali appositi, che possono anche facilitare la comunicazione all’interno di team estesi: valutarne l’utilizzo è un valido modo di sostituire e-mail e WhatsApp.

Un consiglio extra: valutare e gestire le revisioni richieste dal cliente, questo serve a eliminare ore di lavoro non retribuite e permette al cliente di avere la tutela che il lavoro potrà essere revisionato per il raggiungimento del risultato.

Organizzazione, produttività e gestione del tempo

Un freelance gode di libertà, ma deve assumersi la responsabilità piena di organizzare in modo autonomo le proprie ore lavorative e non. In questi casi un’organizzazione ben fatta permette di aumentare la produttività e, al contempo, di migliorare la qualità di vita evitando burnout e stress eccessivo

Schedulare la propria giornata secondo le attività da fare, per rispettare le scadenze ma anche per mantenere in attivo i task con priorità elevata (a livello di guadagno, miglioramento del portfolio, interesse personale) permette di lavorare con maggiore energia, di liberare la creatività e quindi di essere più produttivi non solo nell’immediato, ma anche sul lungo periodo.

Per fare questo è possibile gestire i progetti uno per volta, così da non ingolfare la mente e dividere i grossi task in attività più piccole e gestibili. Questo aiuta anche a definire dei confini netti tra lavoro e vita privata.