Il potere del like: psicologia e social network

Indice

I social network sono diventati un campo di lavoro per i social media manager, luoghi presidiati da content creator, persone normali e aziende poiché hanno un potere psicologico immenso.

Condividere qualcosa online, ricevere apprezzamenti, sapere di “essere visti” a volte anche a costo di “nascondere qualcosa” o di infiocchettare la realtà in termini lusinghieri è qualcosa che non sappiamo controllare, scopriamo perché.

Perché i like ci piacciono (più di quanto pensiamo)

Il motivo per cui i like sui social piacciono così tanto e sono così tanto ricercati è da intendersi psicologico ed è profondamente radicato nelle dinamiche sociali e in quelli che sono i sistemi di gratificazione messi in atto dal cervello umano.

Il like sul social media rappresenta una forma di riconoscimento tangibile e immediato, che attiva diversi circuiti cerebrali legati al piacere e alla ricompensa.

Gli esseri umani sono animali sociali per natura: la sopravvivenza della specie e quindi il benessere sono da sempre quindi associati all’appartenenza a un gruppo e oggi si trasla perfettamente sul social.

La cultura digitale, l’idea stessa di infosfera nella quale viviamo, ha profondamente modificato quelle che sono le aspettative di riconoscimento sociale. Ha trasformato il modo in cui gli esseri umani costruiscono e manifestano la propria identità sociale, spostando l’attenzione dalla relazione diretta (e spesso profonda) a forme di interazione sociale più superficiali, basate sull’apparenza.

In un sistema in cui l’auto-presentazione è totalmente controllata dall’utente, è normale scegliere con cura cosa mostrare di sé con immagini e contenuti studiati. Un narcismo mediatico, dove la popolarità può essere misurata in termini di like e follower sui social.

La dinamica dei network ha cambiato profondamente le aspettative di riconoscimento, con i like che diventano una ricerca a una conferma costante e pubblica del proprio status e della propria immagine.

I like, che fanno parte della nuova cultura digitale sono codici comunicativi e relazionali diversi, ma che impattano lo stesso, e che privilegiano rapidità, visibilità e viralità della comunicazione personale rispetto alla profondità emotiva.

Dopamina, gratificazione immediata e bisogno di approvazione

La ricerca compulsiba dei like sui social ha origini psicologiche.

Ricevere un like equivale a un segnale di approvazione e accettazione sociale, attiva quindi il sistema dopaminergico del cervello, coinvolto nelle sensazioni di piacere e ricompensa e ciò genera una improvvisa sensazione positiva che spinge a ricercare ulteriori conferme e di fatto da vita a ciò che chiamiamo l’ecosistema social e che alle volte può portare a un meccanismo simile a quello della dipendenza.

I like, a livello psicologico, per gli utenti sono riscontri immediati, indicatori quantificabili di popolarità e di successo. Questo influenza l’autostima poiché di base l’essere umano tende a valutare sé stesso in base al riscontro che riceve dagli altri.

I like che si ricevono sui social stimolano quindi il sistema di ricompensa del cervello, come le droghe leggere, in particolare la via mesolimbica della dopamina. La dopamina è un neurotrasmettitore fondamentale per la motivazione e il desiderio, diverso dal quello del piacere immediato e ciò spinge a cercare nuovi stimoli.

La stessa natura imprevedibile e intermittente del sistema like aumenta la potenza della suggestione poiché il nostro cervello adattativo risponde in maniera particolare alle ricompense variabili e inaspettate.

Ecco che la ricerca del like diventa:

  • Ricerca del piacere;
  • Ricerca di approvazione.

Poiché risponde al bisogno completamente umano di essere visto, accettato e riconosciuto.

In più viviamo in una società profondamente narcisistica, dove il contatto umano diretto e profondo è sempre più scarso e questo non fa che aumentare la paura del rifiuto, del non essere accettati e quindi, di fatto, potenzia il piacere del like stesso, che funziona come antidoto a questa antica paura.

Effetti sui comportamenti, l’umore e l’autostima

Questo fenomeno moderno e complesso coinvolge tantissimi aspetti psicologici e arriva a influenzare profondamente il comportamento e l’umore e l’autostima di chi vive oggi i social. Comprendere questa dinamica è utile per spezzarne i meccanismi sottostanti.

Da un primo punto di vista, come abbiamo già detto, i like agiscono come rinforzi sociali immediati e di fatto generano un rinforzo positivo che aumenta le possibilità di reiterare il gesto. La gratificazione neurochimica spinge a cercare di massimizzare i like e crea un comportamento dipendente dal feedback esterno.

Il desiderio di piacere allora può avere conseguenze più ampie e controllare i comportamenti in modi impercettibili, ma di grande impatto come:

  1. La struttura di una identità digitale idealizzata, modificata;
  2. La selezione dei contenuti da condividere.

Ciò ha un forte impatto, ovviamente, sull’umore poiché un like può migliorare temporaneamente il benessere, far sentire le persone più connesse le une alle altre, ridurre l’ansia sociale, la solitudine.

Questo tipo di gratificazione è transitoria, instabile e ciò porta alla costante ricerca di nuove ricompense, genera ansia e insoddisfazione quando un contenuto non raggiunge le performance sperate.

Non è raro allora che i social creino derivazioni non positive nell’umore degli individui dando spazio a sensazioni di tristezza, delusione e frustrazione. Questa dipendenza da un riconoscimento esterno superficiale aumenta la vulnerabilità emotiva che può avere anche gravi conseguenze e minare alla base l’autostima.

Quando si parla di autostima, infatti si parla del giudizio che una persona può avere di sé e questo giudizio è spesso influenzato dal modo in cui si viene percepiti e accettati socialmente. Stiamo parlando quindi di un’autovalutazione instabile poiché non afferisce a qualcosa di interno, ma di esterno e volubile come le interazioni social.

Questo crea sempre più problemi di autostima e fa emergere sentimenti negativi come inadeguatezza e insicurezza, soprattutto se rapportato a un ambiente in cui il successo viene misurato in termini puramente numerici.

Questo sistema malsano favorisce una comparazione sociale continua accentuando sentimenti come l’invidia, la competizione insana e il senso di inferiorità. Basandosi solo sui like si ha paura di essere esclusi, rifiutai e ciò porta a ricercare l’approvazione in modo sempre più intenso.

Ciò crea un conformismo inconsapevole o effetto bandwagon e ciò contribuisce ancor di più a minare la propria autostima poiché si ha la pressione di autodefinirsi entro standard sociali condivisi, arrivando a influenzare la stessa percezione di ciò che ha valore.

Ecco allora che una dipendenza dal giudizio esterno, non mediato da una conoscenza profonda, come può esserlo quello dei meccanismo dei like porta a generare una percezione del proprio valore con rischi di oscillazioni umorali e dell’autostima.

Come gestire l’impatto psicologico dei social

Come gestire i like sui social e le paure che generano.

Gestire l’impatto psicologico dei like sui social richiede un approccio multidimensionale e complesso, vediamo quali sono allora le strategie che possono essere adottate per vivere un mondo digitale in modo consapevole e limitarne i rischi.

Il primo passo è la riflessione critica, una consapevolezza critica di come funzionano i social e di quali sono i meccanismi che attivano è indispensabile per riconoscerne i rischi ed è anche importante riconoscere che i social propongono versioni idealizzate e selettive del reale e non la vita quotidiana nella sua mutevole e incommensurabilmente bella complessità.

Anche coltivare connessioni e attività offline dando un sano equilibrio ai due mondi è un modo per disinvestire sulle attività digitali e ridurre la dipendenza emotiva dal riconoscimento virtuale. Aumentare il senso di appartenenza autentico e basato sul mondo reale permette anche di avere una autostima più stabile e meno condizionabile.

Educazione digitale e consapevolezza emotiva

Una sana cultura digitale che valorizzi aspetti come rispetto, consapevolezza e autenticità è un modo perfetto per diminuire l’impatto errante del soggetto su internet, alla continua ricerca di validazione sociale.

Educare giovani e meno giovani all’uso degli strumenti digitali, sulle concrete opportunità di arricchimento che danno e sui potenziali rischi è un modo per incoraggiare un sistema virtuoso e per creare ambienti virtuali positivi.

Conoscere le proprie emozioni è poi indispensabile per distruggere la dipendenza dai like creata dai social network. Solo comprendendo e gestendo in modo efficace le proprie emozioni è, infatti, possibile smettere di ricercare compulsivamente una approvazione online.

Molto spesso ciò che nasce dai social network deriva da un meccanismo di evitamento o compensazione di stati emotivi spiacevoli, che vengono solo temporaneamente alleviati dalle piattaforme.

Studiare mindfulness, arrivare riconoscere le cause emotive sottostanti lo stress emotivo permette di tollerare stati emotivi spiacevoli senza ricorso a scorciatoie dopaminergiche.

Allenarsi a una maggiore consapevolezza emotiva aiuta anche a ristrutturare la cognizione, aiuta a mettersi in discussione e a modificare i pensieri disfunzionali legati al bisogno di approvazione o di invidia sociale che generano ansia, FOMO e un falso disincanto verso la bellezza materiale del mondo.

Strategie per un uso sano delle piattaforme

Per usare in modo sano i social network è importante come prima cosa avere una buona capacità di discernimento, la giusta cognizione per capire ciò che è reale da ciò che non lo è (un po’ come l’alfabetizzazione digitale aiuta a riconosere le fake news).

Per farlo basta:

  1. Creare zone e tempi senza social, imparare a gestire momenti senza i social, non dipendere da loro e avere una vita al di fuori di essi (la noia ha una importante funzione cognitiva) è indispensabile per usare queste piattaforme per gli strumenti che sono e nient’altro.
  2. Disattivare le notifiche non essenziali, permette di lasciare del tempo  al proprio io e di non dipendere costantemente dagli aggiornamenti di queste piattaforme. Ciò riduce la compulsione di dover costantemente controllare ciò che succede ed evita le distrazioni continue.
  3. Impostare limiti di tempo: impostare e mantenere limiti di tempo per l’uso dei social permette di non sprecare ore e ore, di non vivere per una piattaforma generica e superficiale.

Ecco allora alcuni piccoli consigli da mettere in pratica fin da subito.