Quando si effettua un bonifico bancario capita frequentemente di dover dimostrare al beneficiario di aver effettivamente disposto il pagamento del proprio conto corrente. In queste situazioni diventa fondamentale fornire il codice CRO, un identificativo univoco che certifica l’avvenuta presa in carico dell’operazione da parte dell’istituto bancario.
Conoscere cos’è il CRO e sapere dove reperirlo può pertanto essere utile nella gestione finanziaria quotidiana di imprese e professionisti che devono tracciare con precisione le proprie transazioni bancarie.
Nonostante il CRO sia un elemento comune nelle operazioni bancarie italiane, molti utenti non sanno esattamente cosa rappresenti questo codice né dove trovarlo quando necessario. La comprensione di questo identificativo e della sua relazione con altri codici come il TRN diventa particolarmente rilevante quando si devono gestire contenziosi con fornitori, verificare la regolarità dei pagamenti o semplicemente attestare l’avvenuta disposizione di un bonifico prima che questo venga effettivamente accreditato sul conto del destinatario.
CRO Bonifico
Il CRO, o Codice Riferimento Operazione, è una sequenza numerica composta da undici cifre che identifica in modo univoco ogni singolo bonifico bancario. Il codice viene assegnato automaticamente dall’istituto di credito nel momento in cui il cliente dispone un bonifico, sia che questo venga effettuato allo sportello bancario, tramite home banking o attraverso l’applicazione mobile della banca. L’unicità del CRO garantisce che ogni operazione possa essere rintracciata senza possibilità di confusione con altre transazioni.
La funzione principale del CRO consiste dunque nel certificare che la banca ha preso in carico l’ordine di bonifico, indipendentemente dal fatto che i fondi siano già stati accreditati sul conto del beneficiario. Un aspetto che è particolarmente importante quando i tempi di accredito non sono immediati e il destinatario del pagamento richiede una prova dell’avvenuta disposizione del bonifico. Fornendo il CRO, chi effettua il pagamento dimostra di aver adempiuto al proprio obbligo, anche se tecnicamente il denaro non è ancora arrivato a destinazione.
Tutto ciò premesso, le ultime due cifre del codice CRO rappresentano cifre di controllo calcolate attraverso un algoritmo matematico che permette di verificare la correttezza dell’intero codice e ridurre il rischio di errori di trascrizione. Un meccanismo di verifica automatica che garantisce l’integrità del codice quando viene comunicato tra diverse parti o inserito in sistemi informatici per la riconciliazione dei pagamenti.
Con l’introduzione dell’area SEPA nel 2016, che ha uniformato i bonifici in euro all’interno dell’Unione europea, il CRO è stato incorporato all’interno di un codice più ampio chiamato TRN (Transaction Reference Number). Il TRN è composto da trenta caratteri alfanumerici, di cui gli undici caratteri dal sesto al sedicesimo corrispondono esattamente al CRO. Le ultime due posizioni del TRN sono necessariamente lettere, permettendo di distinguere visivamente questo codice esteso dal CRO tradizionale.
Numero CRO
Il numero CRO viene generato automaticamente dal sistema informatico della banca e non può essere modificato o scelto dal cliente che dispone il bonifico. Ogni istituto di credito utilizza propri algoritmi per generare questi codici, garantendo che non esistano duplicazioni e che ogni bonifico disposto riceva un identificativo esclusivo. La struttura numerica del CRO permette ai sistemi bancari di gestire milioni di transazioni giornaliere mantenendo la tracciabilità di ciascuna operazione.
Esiste una differenza importante tra CRO e CRI (Codice di riferimento interno). Il CRO identifica operazioni tra istituti bancari diversi, mentre il CRI si riferisce a trasferimenti interni alla stessa banca, ad esempio bonifici tra conti correnti intestati allo stesso cliente presso lo stesso istituto. Entrambi i codici svolgono funzioni analoghe ma vengono applicati in contesti operativi differenti, permettendo alle banche di distinguere le transazioni interbancarie da quelle puramente interne.
Per i bonifici postali, Poste Italiane utilizza un CRO esteso di quindici cifre che include il proprio codice identificativo (7601), rendendo così immediatamente riconoscibile la provenienza dell’operazione dal sistema postale.
Come leggere il CRO
La lettura del CRO non richiede competenze tecniche particolari, trattandosi semplicemente di una sequenza di undici cifre numeriche prive di separatori o formattazioni speciali. Tuttavia, quando il CRO è incorporato nel TRN, è necessario sapere esattamente in quale posizione cercarlo per estrarre correttamente l’informazione richiesta. Il TRN presenta infatti una struttura complessa con trenta caratteri alfanumerici che possono risultare confusionari per chi non conosce la composizione del codice.
Per identificare il CRO all’interno del TRN, è sufficiente contare dal sesto al sedicesimo carattere del codice TRN, escludendo i primi cinque caratteri e ignorando i caratteri successivi al sedicesimo. L’operazione è semplice e permette di isolare le undici cifre del CRO anche quando il documento bancario riporta solamente il codice TRN completo. Molte ricevute di bonifico indicano separatamente sia il TRN che il CRO per facilitare la consultazione da parte del cliente.
Dove trovare il CRO
Il CRO viene sempre riportato sulla ricevuta del bonifico, sia in formato cartaceo che digitale. Quando si effettua un bonifico allo sportello bancario, l’operatore consegna una ricevuta stampata che contiene tutti i dettagli dell’operazione, incluso il codice CRO chiaramente evidenziato. Ebbene, la ricevuta cartacea costituisce la prova documentale dell’avvenuto ordine di bonifico e dovrebbe essere conservata fino alla conferma dell’accredito sul conto del beneficiario.
Per i bonifici disposti tramite home banking o app mobile, il CRO compare nella schermata di conferma dell’operazione e viene incluso nella ricevuta digitale che il sistema genera automaticamente. È consigliabile salvare in formato PDF questa ricevuta elettronica o effettuare uno screenshot della schermata che mostra il CRO, così da avere sempre disponibile la documentazione necessaria in caso di contestazioni o richieste da parte del beneficiario.
Se non si riesce a localizzare il CRO nella documentazione in proprio possesso, è sempre possibile richiederlo direttamente alla propria banca contattando il servizio clienti telefonico o recandosi presso la filiale di riferimento. Sarà sufficiente comunicare la data del bonifico, l’importo e il beneficiario per permettere agli operatori di rintracciare l’operazione e fornire il codice CRO corrispondente. Molte banche permettono anche di recuperare i CRO dei bonifici passati accedendo alla sezione della lista dei movimenti nell’home banking e selezionando il dettaglio dell’operazione specifica.