Lo SPID è ad oggi l’identità digitale dei cittadini italiani. Un progetto basato sul DL 2021 che unifica l’accesso online alla Pubblica Amministrazione e ai soggetti aderenti solo tramite SPID o CIE (Carta d’Identità Elettronica).
Andiamo allora a vedere come sta cambiando il panorama, quali sono le evoluzioni del sistema e cosa deve aspettarsi oggi un cittadino. Infatti, questo progetto che poggia su di una base normativa e serve a supportare quella che è la transizione digitale del Paese, sta avendo come al solito dei punti neri, delle sfocature del sistema che vanno messe in luce.
Cos’è lo SPID e quali sono i suoi obiettivi principali
SPID è l’acronimo di Sistema Pubblico di Identità Digitale ed è a tutti gli effetti una chiave di autenticazione, che permette ai cittadini e alle imprese di accedere con un’unica credenziale ai servizi online della PA e dei soggetti privati aderenti.
In questo modo, grazie allo SPID, è possibile autenticarsi in sicurezza, senza dover ricordare account e password e avendo la propria identità digitale verificata a monte dal servizio. Questo vuol dire che questo strumento garantisce che ad entrare in un dato servizio sia proprio quello specifico cittadino.
Gli obiettivi principali di questa normativa:
- Semplificare le procedure;
- Ridurre i costi;
- Ridurre i tempi di attesa;
- Aumentare l’efficienza delle amministrazioni (con un sistema omogeneo di autenticazione);
- Garantire maggiore sicurezza e privacy.
Come funziona l’identità digitale e dove si usa

L’identità digitale, fornita ai cittadini dallo SPID, funziona grazie a dei gestori di identità o identity provider ovvero società ed enti accreditati da AgID, che verificano a monte l’identità del richiedente secondo modalità online o di persona e rilasciano le credenziali.
Una volta attivato il servizio l’utente, semplicemente inserendo nome e password associate al suo profilo può accedere a tutto il comparto di servizi della PA e dei soggetti associati. Per la sicurezza questo strumento prevede tre livelli a scalare:
- Utente e password;
- Codice OTP;
- Autenticazione con dispositivi aggiuntivi.
In questo modo il sistema garantisce che chi si collega sia il titolare dell’identità digitale; un altro dato da mettere in luce: lo SPID non usa le informazioni raccolte per profilazioni commerciali.
Questa identità digitale funziona allora su milioni di siti:
- Tutti i servizi pubblici online dall’Agenzia delle entrate all’INPS;
- Tutti i servizi di comuni e regioni;
- Permette di prenotare le visite mediche, richiedere i bonus statali, fare pagamenti;
- Fornisce accesso al fascicolo elettronico regionali, ai servizi anagrafici e per stipulare contratti pubblici.
Ad oggi il sistema è stato inoltre implementato in molte università per semplificare la raccolta di dati nella registrazione degli esami e nelle iscrizioni. Questa identità digitale vale anche nel settore privato, tantissime banche, gestori telefonici e di utility, compagnie assicurative e molto altro permettono l’autenticazione tramite questo strumento digitale.
L’identità digitale italiana è poi riconosciuta a livello europeo dai paesi eIDAS.
Vantaggi per cittadini, aziende e pubbliche amministrazioni
Lo SPID propone vantaggi su molteplici livelli, per i cittadini ad esempio è una semplificazione della vita quotidiana. Lo SPID permette di avere un’unica credenziale di accesso, permette di eliminare le code e le perdite di tempo agendo, quando possibile, in tutta sicurezza e online.
Un sistema utile non solo a chi non ha tempo, ma anche e soprattutto per chi vive lontano dai centri urbani e per chi ha difficoltà di mobilità. Invece, per le imprese questo sistema implica una riduzione dei costi e delle compliance derivate dalla gestione degli utenti.
Un’azienda che aderisce allo SPID non solo fornisce un sistema pratico e veloce, ma elimina la sua burocrazia derivata dalla creazione e dalla gestione di account separati. Da questo ovviamente deriva maggiore efficienza e tempi di attivazione ridotti.
Un esempio specifico? Con questo sistema un’azienda può velocizzare la verifica dell’identità di un cliente e integrare in sicurezza i propri servizi.
Anche per la PA l’uso di questo strumento è vantaggioso poiché semplifica l’organizzazione e comporta notevolissimi risparmi. Per via del sistema di login unificato, si possono evitare di realizzare e manutenere credenziali personalizzate per ogni servizio locale, questo ovviamente porta a risparmiare tempo e risorse economiche.
Un esempio? Secondo un’analisi InfoCert sono stati risparmiati oltre 100 milioni di euro l’anno solo per l’autenticazione ai servizi digitali. Inoltre, il sistema fornisce anche una garanzia di sicurezza per i cittadini che si sentono più sicuri e agevolati.
Stato attuale dell’integrazione pubblico-privato con SPID

In Italia tutte le PA sono tenute per legge ad avere lo SPID e la CIE come unici sistemi di identificazione digitale. Ciò significa che ai cittadini è permesso accedere con SPID a tutti questi servizi, con un sistema online, ad oggi, decisamente uniforme e capillare.
E anche sul versante privato, sono tantissimi i soggetti che hanno volontariamente integrato questo servizio.
Parliamo quindi di un sistema che si è diffuso sempre di più e che ha fornito ai cittadini un ottimo punto di partenza per una digitalizzazione completa e per una alfabetizzazione digitale, diventando una integrazione centrale nell’ecosistema digitale nazionale.
Servizi già accessibili e casi d’uso virtuosi
Per non ripetere quanto già detto e per mettere in luce un sistema virtuoso di utilizzo (non solo semplificazioni per autenticazioni con banche, PA, sistemi assicurativi e di facility) possiamo parlare dell’AppIO, che grazie allo SPID è diventata un fulcro per l’identità digitale italiana.
Su IO i cittadini ricevono avvisi di pagamento, notifiche su bonus o comunicazioni, attivare i servizi loro dedicati dal Sistema Nazionale e caricare documenti in digitale creando un wallet unico e personale. Proprio grazie a questo strumento gli obiettivi del PNRR sull’identità digitale italiana sono stati ampiamente conseguiti (e con largo anticipo).
Ecco che una sola integrazine tra APP e questo sistema ha dato il via a una digitalizzazione senza precedenti.
Lo SPID diventa privato, le novità legislative
Fino al 2024 lo SPID, come sistema di identità digitale obbligatoria per il cittadino italiano, era promesso e garantito come servizio gratuito. Ad oggi però le cose stano cambiando e molti provider stanno annunciando l’introduzione di un canone annuale a carico dei cittadini.
Queste mosse seppur non piacevoli per il cittadino, che si vede addebitare un costo per un servizio oramai indispensabile e che doveva essere gratuito, sono in linea con quanto previsto dalle convenzioni SPID.
Infatti, ad eliminazione dei fondi pubblici preposti a coprire i costi, i servizi di provider possono e devono provvedere alla sostenibilità economica dello SPID avvalendosi sui cittadini.
Cosa succede adesso? Possibili scenari futuri
Cerchiamo di capire e valutare cosa succederà nell’immediato con lo SPID e quali sono i futuri sviluppi del servizio. In prima battuta, se il governo erogerà i 40 milioni di euro previsti per DL, entro la scandenza di luglio 2025, i gestori dello SPID potrebbero decidere di mantenere il servizio gratuito (fino all’esaurimento dei fondi).
Con fondi non sufficienti o erogati tardivamente si andrà incontro a costi aggiuntivi con InfoCert e Aruba che faranno da pionieri in questo senso. In questo caso l’uso dello SPID diventerebbe una identità digitale a pagamento.
Esiste però uno scenario peggiore: alcuni provider potrebbero abbandonare il servizio, se non coperti da fondi e questo potrebbe limitare le scelte del cittadino e metterlo nelle condizioni di dover ripristinare altrove il proprio SPID, con tanto di disservizi.
Un altro tassello di discussione è quello dell’unificazione SPID-CIE ovvero gradualmente di lasciare il sistema SPID per la CIE, del tutto a carico dello Stato. In questa ottica la chiave digitale nazionale sarebbe la carta di identità elettronica, che però non è in possesso di tutti gli italiani. Oltre a questo il sistema SPID è diffuso e conosciuto anche dagli utenti meno digitalizzati e tornare indietro potrebbe essere un pericolo per la diffusione di una identità digitale.
Tutti gli scenari possibili sul medio e lungo termine prevedono una convivenza tra il wallet italiano e quello europeo, in questo senso gli strumenti europei potrebbero arrivare a unificare e inglobare i sistemi di identità nazionale digitale.
Sfide, ritardi e possibili sviluppi dello SPID
Sebbene ci siano evidenti successi esistono sfide e ritardi che riguardano lo sviluppo dello SPID, un esempio? I finanziamenti pubblici promessi nel 2013 sono stati autorizzati nel 2023 e questo ritardo ha costretto molti gestori a far pagare i rinnovi, ha creato incertezze e proteste di categoria.
Un’altra sfida non ancora vinta è la diffusione totale tra la popolazione, esistono notevoli GAP demografici (sopra i 75 anni solo il 24% della popolazione ha lo SPID attivo) e nelle fasce intermedie rimangono differenze geografiche notevoli, chiaro esempio del digital divide italiano.